domenica 30 settembre 2012

Le 13 cose che non possiamo fare più senza Google

Ricordate la vita prima di Google? Era difficile. Dovevamo utilizzare mappe di carta, imparare le lingue e usare il dizionario (orrore!).

In occasione del 14° compleanno del nostro motore di ricerca preferito, noi di Huffington Post abbiamo compilato una lista di 13 cose per cui non possiamo più fare a meno dell'aiuto di Google. Dagli usi pratici, come trovare il percorso più veloce per arrivare a casa, alle pigre ricerche di eventi casuali, è evidente che Google è sicuramente diventato un punto fermo nella nostra vita quotidiana (sia per il meglio che per il peggio).

Quindi unitevi ai festeggiamenti, e date un'occhiata al link qui sotto per sapere quali sono le (molte) ragioni per cui non possiamo più vivere senza Google...


Huff Post

Leggere un eBook stanca?

«La bellezza di un progetto sta in come funziona». Così Oliver Reichenstein, fondatore e direttore della compagnia Information Architects - specializzata nella creazione di interfacce digitali – sintetizza che cosa è per lui il principio-guida del web design. E quello che dovrebbe essere anche il criterio ispiratore per produrre una buona edizione di un eBook.

Ciò che colpisce nella relazione di Reichenstein è l’attenzione data, al momento della creazione di un’interfaccia web, alla fase di test sull’utente. «Le edizioni digitali degli ebook sono generalmente più trascurate di quelle cartacee – spiega – ad esempio nella scelta dei caratteri o degli “a capo”. Il problema è che spesso ci si dimentica della fatica fisica che si fa nella lettura e di quanto anche elementi come l’allineamento del testo e lo stile delle singole lettere possano influire».

E così – tra le lamentele di chi non ama la fruzione in video all’entusiasmo di quelli che “per fortuna sull’e-reader posso ingrandire i caratteri” - ogni gesto dell’utente, dagli occhi strizzati davanti al video ai movimenti per spostare il mouse, viene messo sotto esame in base al metodo Reichenstein.
Se infatti le azioni per leggere un libro di carta – come lo sfogliare le pagine o il tenerlo a una certa distanza dagli occhi, sospeso tra le mani o appoggiato sulle gambe quando si è in tram - sono già state studiate, lo stesso non è stato ancora fatto per la fruzione digitale. «Non sono convinto, ad esempio, che riprodurre la struttura del libro di carta su un e-reader migliori la fruzione del testo. Disporre il contenuto sulle canoniche due facciate, quella di sinistra e quella di destra, così come lasciar usare comunque il polpastrello per sfogliare anche in digitale, potrebbero in realtà rendere la fruizione meno comoda sui nuovi supporti tecnologici». Quali le alternative? «Ne ho più di una in mente - risponde - ma non posso ancora svelarle».

E chi di voi ha un e-reader, come si trova? E' davvero più "stancante" di un libro tradizionale?



giovedì 27 settembre 2012

Sono i libri le prime vittime della crisi

Si comprano meno libri, si legge meno e con sempre maggior attenzione al portafoglio e al prezzo di copertina, preferendo nel 59% dei casi acquisti entro i 10 euro. Sono alcuni dei dati emersi oggi durante il convegno “Ad un anno dall'approvazione della legge sul prezzo dei libri. Gli operatori a confronto”, organizzato a Roma, presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio e promosso dalla Commissione Cultura della Camera, per fare il punto sul mercato del libro a dodici mesi dall'entrata in vigore della Legge 128 del 27 luglio 2011, che ha come primo firmatario Riccardo Levi.

Una discussione sull'efficacia della norma che si poneva come primo obiettivo di contribuire a salvaguardare un mercato dell'editoria aperto e pluralista mettendo dei limiti alla politica aggressiva degli sconti, fissati a un massimo del 15% per i librai e del 25% per gli editori durante le campagne promozionali (con l'esclusione del mese di dicembre). Una norma che però ha dovuto fare i conti con la difficile situazione economica del Paese.

Secondo i dati Nielsen presentati dal Centro per il libro e la lettura, tra ottobre e giugno gli acquirenti, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sono diminuiti del 10% negli ultimi tre mesi del 2011, del 5% nel primo trimestre 2012, mentre sono invariati nel secondo trimestre. I dati sono più pesanti se si considerano gli acquirenti di almeno 3 libri a trimestre, con rispettivamente un calo del 20%, 7% e 9%. Scende anche la spesa media per acquirente, passata da 34,46 a 30,69 euro per il quarto trimestre 2011 (-11%), da 29,41 a 27,55 euro per il primo trimestre 2012 (-6%), e da 25,88 a 23,64 euro per il secondo trimestre (-9%). Nei primi 9 mesi del 2012 il calo per valore di vendite è stato dell'8,7% (da 754,8 milioni a 689,5), per numero di copie del 7,3% (da 54,6 milioni a 50,6)... read more


fonte: Ansa

Leggo di gusto alla Women's Fiction Festival

Dopo il successo delle precedenti edizioni, l’Associazione Women’s Fiction Festival propone, seguendo il format già consolidato, quattro giorni dedicati alla letteratura femminile. Il Women’s Fiction Festival, in programma a Matera dal oggi, 27 settembre al domenica 30, comprende un Congresso internazionale per scrittori, master class condotte da scrittrici best seller, “Briefings for thriller writers” dedicati ai giallisti, appuntamenti a tu per tu tra scrittori, editor, agenti letterari e consulenti editoriali, incontri con il pubblico, happy hour, concerti e premiazioni letterarie.

Ogni anno il Women’s Fiction Festival propone un tema su cui dibattere insieme ai protagonisti della kermesse letteraria. Il tema della prossima edizione è “Leggo di gusto”. Variegato, complesso, utile e curioso: è il rapporto del libro con il cibo. Nella letteratura di ogni tempo ci sono pagine in cui si racconta di sapori e piaceri, nutrimenti e tentazioni, peccati e passioni. Descrizioni barocche di ricche e sontuose tavole imbandite, pranzi pantagruelici, cibo spazzatura, fantasie compensatorie: c’è un cibo per ogni tempo e per ogni cultura. Al Women’s Fiction Festival si rende omaggio al gusto di leggere e al leggere di gusto, con incontri e presentazioni di libri dedicati al cibo, laboratori di cucina e aperitivi a Km 0 dove gustare i sapori della gastronomia locale.

Come ogni anno, il Women’s Fiction Festival porta i libri nelle piazze, tra la gente, e quest'anno anche nelle case, con presentazioni, dibattiti e tavole rotonde sul cibo, sull'editoria digitale, sul mondo del lavoro, dei sentimenti e dei personaggi storici e sulla condizione femminile. Tra gli ospiti... read more

fonte: Libreriamo.it

mercoledì 26 settembre 2012

Storytellingfest2012 a Bolzano


Il racconto orale quale contenitore dei valori di una cultura: approda da Roma a Bolzano il Festival internazionale di storytelling con cantastorie di tutto il mondo. In cartellone performance, laboratori ed incontri con altre forme d'arte (fumetto, pittura, moda, musica).

Nei salotti interattivi, poi, il pubblico sarà coinvolto a raccontare. Il Festival apre domani 27 settembre e si concluderà il 30 settembre. Su twitter è possibile seguire la rassegna all'hashtag #storytellingfest2012 .

fonte: Ansa

"La graduatoria della felicità" della maestra Marcella


In cima c'è nonna Gemma. Poi gatto Diego. Quindi viene Alice, la quasi amica, e la super compagna Cleo. Sonia e Lucio, ovvero mamma e papà, sono finiti agli ultimi posti da quando si sono separati. Nella vita di Mirta, undici anni, c'è sempre una graduatoria. Come quella che spedisce la mamma a fare la supplente in una scuola sperduta fra i monti. Nuovi prof, nuovi compagni. Come saranno? Più severi? Più simpatici? E lei, Mirta, riuscirà finalmente a salire “La graduatoria della felicità”?
 
E' quasi una lista, affidata alle pagine di un diario, la vita della protagonista del primo lavoro pubblicato da Marcella Blasiol per la collana Einaudi Ragazzi. Laureata in Lettere e giurisprudenza - oltre a essere moglie e mamma, ed insegnante d'italiano nella scuola primaria dell'Istituto comprensivo di Cles - l'autrice trentina si occupa da qualche anno di educazione linguistica e di scrittura. Dopo aver dato alle stampe racconti in antologie di autori vari e conseguito alcuni premi, generalmente per racconti brevi, ora la maestra di Tuenno corona la soddisfazione della pubblicazione del suo primo libro. E non con una casa editrice qualunque, ma con la Einaudi. «Ho inviato il dattiloscritto - racconta Blasiol - e due mesi dopo sono stata contattata dalla redazione. È un libro “dai 10 anni”, arricchito con le illustrazioni di Sara Not, ma penso possa leggerlo anche una persona adulta».
 
Perché un libro per ragazzi? «Prediligo la scrittura per ragazzi - continua l'insegnante-scrittrice -. Anzi, le mie esercitazioni nella scrittura sono state soprattutto racconti per bambini. Mi piace l’ambientazione e la narrazione fantastica. Anche la mia tesi di laurea sulla fiaba andava in questa direzione. Personaggi e trame di questo libro sono ovviamente inventati». Da dove nasce allora la storia? «A differenza di altri racconti o romanzi brevi che ho scritto e che seguivano una pianificazione abbastanza strutturata, in “La graduatoria della felicità” ho sperimentato un’altra modalità: ho iniziato a scrivere secondo quanto mi suggeriva l’ispirazione del momento. È chiaro che, mano a mano che proseguiva la narrazione e si delineavano personaggi e vicende, erano gli stessi personaggi e vicende a guidarmi. Non ho però scritto il libro con l’intenzione di trasmettere un messaggio. Anche se, a posteriori, un messaggio potrebbe essere il diario stesso, quale modalità di espressione di sé: scrivere poco alla volta ha il vantaggio di portare verso esiti che sorprendono ed emozionano ogni volta. L'autore in primis».

fonte: Paola Malcotti (me) - l'Adige di oggi, mercoledì 26 settembre 2012

26 settembre: Giornata europea delle lingue. Anche quelle minori

La Giornata europea delle lingue proclamata dal Consiglio d’Europa intende contribuire alla valorizzazione di tutte le lingue e di tutte le culture e a far nascere nei cittadini la consapevolezza dei vantaggi derivanti dalla conoscenza delle lingue.
Con tale iniziativa si vuole richiamare l’attenzione sull’immensa ricchezza linguistica che l’Europa vanta, come sostiene la Vicepresidente dell’Unione federalista delle comunità etniche europee (FUEV), Martha Stocker: “Solo pochi sanno che soltanto in Europa, oltre alle 23 lingue ufficiali, vengono parlate come lingua madre altre 60 lingue regionali e minoritarie e spesso le stesse minoranze linguistiche non sono consapevoli del valore aggiunto e dei vantaggi legati a questa pluralità. La lingua madre però è la prima lingua che impariamo, con la quale noi socializziamo e che quindi, in quanto fondamento della nostra identità, deve venire tutelata a ogni costo.“

La FUEV si adopera a favore delle minoranze autoctone e linguistiche con progetti e con interventi e proposte concrete per la predisposizione di provvedimenti a salvaguardia delle minoranze linguistiche e della loro lingua madre che di volta in volta vengono inoltrati agli uffici competenti a livello europeo, a partire dalla Commissione fino al Parlamento.

La tutela delle minoranze linguistiche e delle lingue minoritarie deve essere promossa con iniziative a più ampio respiro rispetto a singole giornate d’azione, ritiene Stocker. Sono già stati ottenuti risultati concreti nell’ambito della tutela e del riconoscimento delle lingue minoritarie, tuttavia, secondo la Vicepresidente della FUEV, le criticità da affrontare sono ancora molte. Uno strumento concreto e funzionale sarebbe certamente l’istituzione, come si chiede da anni, dell’Agenzia europea per la pluralità linguistica e l’apprendimento delle lingue, pensata come un’entità centrale istituzionale cui da un lato compete l’attuazione di piani d’azione della Commissione europea e dall’altro il rilevamento e la raccolta dei dati sulla situazione delle lingue minoritarie nell’UE. Questa agenzia dovrebbe diventare il centro di riferimento per le minoranze autoctone.

martedì 25 settembre 2012

Polemiche dopo lo Strega: pronta un'azione di protesta

Mercoledì prossimo, a Roma, alcuni scrittori guidati da Gabriele Pedullà, critico letterario tra i fondatori del gruppo TQ, si autodenunceranno facendo proprio il giudizio di Vincenzo Ostuni sul romanzo di Gianrico Carofiglio. Definito «modestissimo» e «scritto con i piedi» da uno «scribacchino mestierante», sul profilo Facebook dell'editor di Ponte alle Grazie, casa editrice arrivata seconda allo Strega 2012 con il libro di Emanuele Trevi Qualcosa di scritto.

Carofiglio, autore de Il silenzio dell'onda (Rizzoli) - arrivato terzo nell'edizione vinta da Alessandro Piperno - magistrato e senatore del Partito democratico, ha poi denunciato Ostuni, poeta e critico letterario. Non per diffamazione (ambito penale), ma per concorrenza sleale (civile) da parte di un editor concorrente. Lo scopo è difendere il diritto di critica che sarebbe minacciato da un'azione di un magistrato-scrittore giudicata intimidatoria. Il commissariato di polizia scelto per la protesta è quello del romanzo di Carlo Emilio Gadda Quer pasticciaccio brutto de via Merulana.

fonte: Il Corriere della Sera.it

Microfono aperto & Il piccolo principe

Festa dei Lettori (VIII edizione) | "Volando verso il pianeta del piccolo principe"

Il Gioco degli Specchi invita al "microfono aperto" organizzato sabato 29 settembre dalle 10 alle 12 presso la Sala degli Affreschi della  Biblioteca Comunale di Trento - Via Roma, 55: lettrici e lettori si alterneranno al microfono, leggendo brani amati ispirati al tema della Terra con i suoi limiti, le sue diversità, la sua bellezza da rispettare e amare.

Contestualmente, dal 27 settembre, in Sala Manzoni della Biblioteca Comunale di Trento saranno esposte al pubblico 19 copie in diverse lingue de "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry (concessione di: prof. Vittorio Caratozzolo)
 
La Festa dei Lettori è promossa a livello nazionale dall'Associazione Presidi del Libro. Il Gioco degli Specchi è Presidio del Libro di Trento.

Informazioni:
Il Gioco degli Specchi
Via S. Pio X 48
38122 Trento
tel. 0461916251

info@ilgiocodeglispecchi.org
www.ilgiocodeglispecchi.org
 

lunedì 24 settembre 2012

Diario di un killer sentimentale

"Diario di un killer sentimentale" è un romanzo di Luis Sepúlveda, pubblicato per la prima volta nel 1996.

Un sicario con una lunga carriera alle spalle viene contattato a Madrid dal suo datore di lavoro per un nuovo incarico. Proprio quel giorno, però, la sua ragazza francese lo lascia dopo essere stati tre anni insieme. Lei si è innamorata in Messico, dove era stata mandata dal fidanzato per stare lontana durante l'ennesimo omicidio. Forse per il suo turbamento emotivo, il killer si interessa più del dovuto alla persona che deve eliminare.

Víctor Mujica, il suo obiettivo, si trova ad Istanbul per un convegno di organizzazioni non governative. Il killer lo pedina ma commette l'errore di attaccare un agente americano in borghese nell'albergo di Mujica. Rischia anche la vita nel bazar della città, dove due turchi tentano di ucciderlo: i due però vengono uccisi proprio dall'obiettivo del killer. Mujica scopre così che dovrà essere ucciso, per stessa ammissione dell'assassino.

Uscendo allo scoperto, il killer si è condannato alla pensione. L'"uomo degli incarichi" lo incontra a Parigi e lo saluta per l'ultima volta, dicendogli di portare a termine l'incarico e ritirarsi. Inoltre, gli spiega che l'uomo che deve uccidere è un trafficante di droga che ha dato fastidio al mercato statunitense. Il killer parte per Città del Messico e dopo aver aspettato una giornata intera sotto la sede dell'organizzazione di Mujica, entra e lo trova in compagnia della sua ex fidanzata. L'amore che prova per lei passa in secondo piano rispetto alla professionalità: il killer uccide entrambi e fa esplodere il palazzo con una fuga di gas.

Si tratta di un romanzo breve, scritto con uno stile veloce, secco ed essenziale. La critica ne ha risaltato il carattere di brevità «fulminante» e l'ha messo in parallelo con Un nome da torero, altro romanzo dell'autore cileno. Altri hanno definito il romanzo «prevedibile».

domenica 23 settembre 2012

Le donne vere di B.


"Sono stanco di vedere facce femminili ritoccate, tette strabordanti dalle scollature in concorrenza, culi in mostra, tacchi, trucchi fetish e gesti hard da donnacce, ormai non più distinguibili da quelle del mestiere.

Voglio vedere donne con la loro femminilità nei gesti morbidi e gentili, nei sorrisi aggraziati, nelle movenze seducenti, ma accennate, dalle parole dolci e decise allo stesso tempo. Dai pensieri originali e nuovi.

Vorrei vedere donne indipendenti, non succubi dell'uomo a cui immolano la propria dignità, femmine dai cuori di ghiaccio fuso, compagne e amiche dell'uomo, libere e sincere. Vere".
(Charles Bukowski)


sabato 22 settembre 2012

In "Nato in un giorno azzurro" tutto il dolore dell'autismo ed il genio della sinestesia

Daniel Tammet, una persona davvero incredibile, speciale... di quelle che Baricco non esiterebbe a descrivere come "con l'ombra d'oro".

Quali sono i segreti di Daniel? Una forma di autismo chiamata "sindrome di Asperger" che si accompagna ad attacchi di epilessia. E qualità fuori dal comune, tra cui una memoria pazzesca e, grazie alla sinestesia, una capacità strabiliante nell'apprendere le lingue straniere e nello svolgere a mente complesse operazioni matematiche.
A tutto questo si aggiungono però le difficoltà nell'affrontare la vita e la società. Daniel è un bambino molto solo, tanto a casa - nonostante sia il primo di nove figli - quanto a scuola, timido e tormentato dai prepotenti. Anche la sua vita da adulto è costellata da grandi e piccole difficoltà che con infinito coraggio e tanta determinazione, affronta a viso aperto. Ottenendo spesso successo e personali vittorie.



 "Nato in un giorno azzurro" è un omaggio all'essere umano che trionfa sulla "malattia" e sulla "diversità", un viaggio nella psiche di un genio, la storia di una vita vissuta apprezzando le piccole vittorie quotidiane. Ma soprattutto è un libro che ricorda che, a dispetto di qualunque malattia e difficoltà, la fiducia, la perseveranza e l'Amore sono la chiave per una vita appagante e felice.

Se non l'avete ancora fatto, leggetelo assolutamente! Ne vale davvero la pena!

giovedì 20 settembre 2012

"La doppia vita dei numeri" di Erri De Luca


Il popolo di Erri De Luca è morbido e sensuale ed emana un profumo appena messo, di cedro o di fico, a seconda della regione di provenienza. Perché Erri De Luca è il ragazzo con le vene degli avambracci pronunciate e la barba d’oro che suonava la chitarra in spiaggia guardando lontano, come se le donne fossero l’ultimo dei suoi pensieri.

È il maestro di yoga che ha sostituito l’analista che ha sostituito l’idraulico in un immaginario in cui il transfert è l’amplesso hollywoodiano censurato dalle parole happy end. È la polluzione notturna della femminacrocerossina che cerca le cicatrici di guerra sul corpo dell’amato e le bacia nell’estasi pura di Santa Teresa; l’ossimoro in carne: operaiopoeta, volontario-ex violento; l’imprinting del rivoluzionario in citazioni da sedurre e poi aspettare a casa sedute sul divano imparandolo a memoria. E mentre sul divano chiudi gli occhi e chiudi il libro sei la cima che lui sta accarezzando in scalata e pensi: "Gli telefono e glielo dico e intanto gli chiedo a che ora è la rivoluzione". Ma lui ha sempre il cellulare staccato, come tutti i veri climber rivoluzionari, e il desiderio cresce e la zuppa si brucia.

Il popolo di Erri De Luca non va mai a una sua presentazione senza un dono da posare come una supplica sul senso della vita che solo lui sa emanare (solo con lo sguardo, un gesto, un serrarsi di mascella), con l’equilibrio, misura, verità, pregnanza che la condizione umana richiede. Perché, come una groupie digitale ha sintetizzato, lui è "la reticenza che innamora": "Assomiglia a un amante che non ti dice mai ti amo, e glielo devi estorcere, o immaginarlo scritto tra le righe. O drizzare le orecchie e cogliere la sfumatura. Lui non urla mai l’amore, ma te lo fa sentire attraverso la stoffa, se mi intendete: un tormento sottile".

Ergo, Erri De Luca si fa un baffo di Mr Grey di Cinquanta sfumature ecc. ecc.. E dei guru troppo espliciti come Paulo Coelho e Tiziano Terzani. Perché le lettrici di De Luca, che sono praticamente la totalità dei lettori di De Luca, amano lui attraverso quello che (non) scrive, lo amano perché è resiliente, filtra, non dà, non dice, esaspera. Ecco, diciamo che poi non tutti resistono all’esasperazione come proposta letteraria. Perché anche alla crasi c’è un limite, anche alla metonimia, alla sineddoche, alla sinestesia e a tutte le figure retoriche che distribuisce equamente in una per ciascuna delle frasi elenchiche che compongono i suoi romanzi brevi e le sue poesie lunghe. Come sintetizzano alcuni lettori: "Io odio Erri De Luca perché, oltre a non piacermi come scrittore, scrive libri da 12 pagine e li vende a 12 euro". È atteso entro l’autunno "La doppia vita dei numeri" (Feltrinelli), il suo nuovo libro. Più che la trama, questi lettori attendono di conoscere il numero di pagine e il prezzo.

di Stefania Vitulli @ Panorama.it

Tra un anno il seguito di "Shining"

Il seguito di ''Shining'' uscirà tra un anno. Stephen King ha reso noto, con un post sul suo sito internet, che la casa editrice americana Scribner and Hodder and Stoughton ha deciso la data ufficiale della prima pubblicazione di ''Doctor Sleep'': 24 settembre 2013.

Il sequel di ''Shining '' - uno dei romanzi horror più celebri di King, portato sul grande schermo dal regista Stanley Kubrick con l'interpretazione di Jack Nicholson - fu annunciato dallo scrittore statunitense nel novembre del 2009 nel corso di una conversazione/intervista con un pubblico di lettori canadesi di Toronto, moderata dal regista David Cronenberg. Nello scorso mese di luglio, dopo estenuanti ripensamenti e correzioni, il nuovo romanzo del re dell'horror all'americana è arrivato a conclusione e sarà dato alle stampe 36 anni dopo ''Shining'' che vide la luce nel 1977.

King ha iniziato a scrivere ''Doctor Sleep'' nell'estate di tre anni fa quando, in una notte insonne, si è chiesto cosa sarebbe potuto succedere al piccolo Danny Torrance dopo gli eventi dell'Overlook Hotel, luogo nel quale ha trascorso l'inferno della sua infanzia. Nonostante ''Shining'' veda per Danny un finale positivo, quegli accadimenti sono destinati a lasciare nel giovane profonde cicatrici emotive. Le conseguenze di quelle esperienze traumatiche ed i poteri psichici che hanno salvato Danny dal padre Jack hanno spinto King a scrivere il sequel. ''Doctor Sleep'' mostrerà Danny ormai maturo, un uomo di 40 anni che vive nello stato di New York, dove lavora in un ospizio per malati terminali. Il suo lavoro consiste nel visitare i pazienti che stanno per morire e aiutarli a compiere il viaggio nell'aldilà con i suoi misteriosi poteri. Danny si mantiene anche grazie alle scommesse sulle corse dei cavalli, un trucchetto che gli ha insegnato il suo vecchio amico Dick Halloran, il cuoco di ''The Shining''.

fonte: AdnKronos

mercoledì 19 settembre 2012

Sarà tutta una eBook festa!

A Sanremo - dal 25 al 27 ottobre - si terrà un nuovo evento sull’ebook, con tre giorni di focus sull’editoria digitale in tutti i suoi aspetti, dai servizi e prodotti tecnologici, alle applicazioni, agli sviluppi e vantaggi che questi nuovo strumenti offrono nella vita di tutti i giorni.

Si chiama Ebookfest e nasce come logica e naturale evoluzione di alcune precedenti esperienze di successo quali il bookCamp di Rimini nel 2008, lo SchoolBookCamp di Fosdinovo nel 2009 e l’ebook.fest del 2010. Per quest’edizione sanremese si sono aggregate più competenze, dalla segreteria organizzativa Multimedia Tre che ha all’attivo cinque esperienze fieristiche nel territorio di Sanremo e un comitato scientifico composto da professionalità specifiche e complementari (Bibienne, Mario Guaraldi Editore, Giulio Blasi, Area51, Quintadicopertina, Ebookreaderitalia.com, Mlol).

Ebookfest avrà un primo momento al Palafiori di Sanremo che si chiamerà Ebookfestexperience e un secondo nel 2013 a Fosdinovo chiamato invece Ebookvision: i due appuntamenti - seppur uniti da un filo conduttore unico - avranno alcune caratteristiche e soprattutto obiettivi distinti.

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Perché diamo i numeri?

Avreste mai detto che gli animali sanno contare? Che addirittura le galline hanno un’idea delle grandezze? Che il numero più importante in matematica si chiama “pi greco”? Che la matematica non serve a vincere al superenalotto? E soprattutto, che la matematica può essere addirittura una forma d’arte?

Lo confesso subito: a me la matematica non è mai andata giù. Sono sempre stata un somaro con operazioni, problemi, equazioni. Tuttora, appena sento parlar di numeri, cambio immediatamente discorso. Proprio per questo, forse, ho letto con tanto interesse "Perché diamo i numeri?" di Bruno D’Amore, e mi sono dispiaciuta di non averlo incontrato prima sulla mia strada.

Perché diamo i numeri? è un libro che parla di matematica in modo molto divertente e che vuole rispondere a tutte quelle curiosità che la matematica, se solo conosciuta un po’ meglio, potrebbe suscitare. Bruno D’Amore, un matematico che si occupa da anni ormai di didattica della matematica, si preoccupa di rispondere con pazienza e simpatia. Un matematico simpatico, sì, avete capito bene!

Ho intervistato l'autore per i lettori del blog di panorama.it, aggiungendo qualche domanda e curiosità alle tante che potrete trovare e leggere sul suo libro...

fonte Ilaria Cairoli - read more @ Panorama.it

lunedì 17 settembre 2012

Sull'arte di storpiare titoli e autori

Chi lavora in libreria (o in biblioteca) ne sente davvero delle belle. Che non pensiate che tutti i frequentatori di questi luoghi di cultura siano intellettuali e studiosi: gran parte dei fruitori sanno a malapena come si apre un libro, soprattutto in Italia.
 
La storpiatura dei titoli più famosi e la richiesta di volumi impossibili ne sono la chiara dimostrazione. Parola degli addetti ai lavori! Fatevi una risata, ma non troppo. L’errore più banale si nasconde dietro l’angolo!
“Ciao! Hai Dracula di un certo Stalker?”
 
“Si intitola tutte le poesie ma non so l’autore, lo avete?"
 
“Avete i libri della Sarah Mago?”
 
“Voglio un romanzo di saggistica”
 
“Il senso di Smaila per la neve, lo avete?”
 
“Avete L’eleganza del ricciolo?”
 
“Mi dà qualcosa sul regno di Conad il Barbaro?”
 
“Vorrei il Partigiano Jolly di Fenoglio”
 
“Cercavo un libro: dell’autore ho solo le iniziali: AA.VV.”
 
“Vorrei Cristo si è fermato a Empoli di Carlo Levi”
 
“Vorrei Cristo si è fermato a Lebole di Carlo Levi”
 
“Mi fa vedere l’ultimo di Susanna Tamarro?”
 
“Avete la Coscienza di Zen di Italo Zero?”
 
“Vorrei King di Stephen It”
 
“Il Barone Ruspante di Calvino?”
 
“Vorrei il Barone Rampicante di Calvino”
 
“C’è il Candido di Volterra?”
 
“Mi dà la ragazza del pube di Carlo Cassola?”
Per continuare a sorridere, procuratevi questi libri:
 
- l buio oltre le seppie e altre storie da libreria (a cura di Grandi & Associati, Orme Edizioni)
- Il fu Mattia Bazar e altre storie da libreria (a cura di Grandi & Associati, Orme Edizioni)
- Un altro best seller e siamo rovinati. Diario semiserio di un libraio (Marino Buzzi, Mursia)
 

sabato 15 settembre 2012

Il silenzio di Cage parla nello spartito

Tre anniversari coglie questo tempestivo volume intitolato "Il silenzio non esiste": vent'anni dalla morte, sessanta dalla prima esecuzione, cento dalla nascita. Kyle Gann, compositore, musicologo, penna felice del Village Voice, ha scritto un bellissimo libro su 4'33", il celebre pezzo "silenzioso" di John Cage, uno dei brani più noti del XX secolo, eseguito per la prima volta il 29 agosto 1952 in una sala da concerto all'aperto vicino a New York.

L'edizione americana, presso Yale University Press (riprodotta in seconda di copertina, come usa l'editore italiano Isbn), ha scelto di pubblicare in copertina lo spartito del pezzo: nessuna nota sui righi musicali, solo un'annotazione in alto a mano, sulla sinistra del foglio; il nome dell'autore e il titolo sono scritti negli spazi bianchi tra i righi, in rosso titolo, blu sottotitolo, nero l'autore.

Si tratta di uno spartito successivo, perché l'originale è andato perso, dopo che Cage, in continue ristrettezze economiche, se l'era venduto.
La grafica di Isbn creata da Alice Berniero, ha tradotto in copertina la medesima intenzione, tracciando a mano i righi dello spartito alternando il colore rosso-arancio al blu e tracciando le chiavi sul lato. Così il titolo e il nome dell'autore sono resi in un corpo sottilissimo, mentre le cifre dell'Isbn, con il codice a barre, sono in alto, vicino al nome. Sulla terza di copertina due immagini di un concerto di Cage con il suo piano preparato.

La copertina possiede qualcosa di aereo e leggero, di femminile, interpretando così un lato in ombra nella stessa opera di Cage, e in particolare in 4'33", che poi sono i minuti e i secondi in cui dura l'esecuzione. Quel 1952, David Tudor, seduto al pianoforte, chiude il coperchio della tastiera e guarda il cronometro; per due volte alza e riabbassa il coperchio, cercando di non fare rumore, gira le pagine dello spartito; poi, trascorso il tempo fissato, si alza e riceve l'applauso del pubblico. Cage dice di aver perso da quel giorno molti amici; in tanti non l'hanno più perdonato per quel pezzo (ci ha presi in giro?).

Il libro di Gann, ottimamente reso da Alice Bernero, ci racconta com'è nato e quali influenze ha avuto 4'33"; c'è anche una piccola biografia di Cage: un vero mito del contemporaneo. Com'è vero che essere contemporanei non significa essere attuali. Il libro lo spiega. I veri contemporanei - e Cage lo dimostra - sono sempre degli incompresi.

fonte: Marco Belpoliti - Tuttolibri de La Stampa di oggi, sabato 15 settembre 2012

venerdì 14 settembre 2012

Le 13 volte di Pordenonelegge

Dal 19 al 23 settembre si rinnova l’appuntamento con Pordenonelegge, la tredicesima edizione di una tra le più attese feste del libro con gli autori dell’agenda culturale italiana.

La critica raffinata e il grande pubblico si trovano d’accordo a seguire l’evento come fosse un piccolo compendio del mondo, che sceglie le migliori esperienze culturali tra le linee di tensione energetica che attraversano il pianeta. Pordenonelegge riesce infatti a coniugare la leggerezza con la profondità, la provocazione con l’accademia. Propone un’idea multiforme e inclusiva di letteratura, senza pregiudizi, dando spazio ai protagonisti riconosciuti della realtà artistica e intellettuale, ma anche alle novità emergenti.

Lo scorso anno, distribuiti nei cinque giorni del Festival, gli oltre duecento appuntamenti sono stati affollati da una pacifica invasione di appassionati del libro, che cercavano nella ricca offerta del programma quel particolare percorso di dialoghi, incontri e conferenze in grado di diventare un itinerario della propria immaginazione.


Anche quest'anno scrittori, filosofi, giornalisti, poeti, artisti, i grandi nomi della letteratura italiana e internazionale (la città viene ormai definita la “piccola capitale del libro”) si alterneranno in un palco ideale dove non esistono differenze di ruolo, ma dove suona la parola di una cultura che si confronta per necessità, verità e vocazione, con i problemi reali del nostro tempo.

Gli incontri (oltre 200) distribuiti in 40 sedi verranno ancora una volta affollati dai numerosissimi lettori-spettatori che cercano nella vasta offerta del programma quel particolare percorso di dialoghi ed eventi in grado la “loro” manifestazione

La partecipazione a tutti gli incontri è gratuita.

info: pordenonelegge.it

mercoledì 12 settembre 2012

Libri: è la domanda che determina l'offerta

Cinque giorni ricchi di eventi nel segno dei libri. Si è rinnovato, la settimana scorsa a Mantova, l'appuntamento con Festivaletteratura, la rassegna dedicata al mondo della scrittura e della cultura in generale, giunta alla XVI edizione. Che quest'anno ha assunto un significato ancor più particolare per la città, colpita dal terremoto che ha sconvolto l'Emilia.

Come di consueto Mantova si è trasformata in punto di ritrovo per scrittori, lettori e personaggi della produzione culturale mondiale. Più di 100 mila i partecipanti, attirati da un generoso ventaglio di incontri che ha permesso di vivere l'evento come luogo di dialogo, di produzione di idee, narrazioni, suggestioni, letture. Il tutto in quella dimensione “a misura d'uomo” ormai collaudata, propria del Festival.

Non sono mancate ovviamente le novità. Quest'anno la manifestazione si è presentata con una nuova iniziativa chiamata “Le biblioteche circolanti”, ispirata a quei carri che tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento si fermavano nelle periferie, nelle campagne, nei luoghi in cui la gente lavorava, portando libri; il Festival ha ricreato - negli spazi del Palazzo Ducale - una di queste raccolte e, accanto alla parte storica, è stata proposta una biblioteca contemporanea di circa 650 titoli, pure circolante, che si è mossa per la città grazie a due “bibliobus”.

Tra gli eventi più gettonati, oltre a quelli che promettevano l'incontro con gli autori preferiti, anche gli appuntamenti che in qualche modo rappresentavano uno stimolo per gli aspiranti scrittori, occasione ghiotta per confrontarsi con i nomi più quotati nel panorama editoriale mondiale, fare tesoro di consigli e suggerimenti. Parlando di metodi di scrittura, il Premio Nobel Toni Morrison ha indicato loro di cercare “l'inchiostro invisibile”, quello che si mostra senza squilli di trombe, il vero significato del libro, che non si rivela a chiunque bensì solo a chi desidera trovarlo. L'autrice ha poi spiegato che, per ottenere la “sospensione” bisogna sedurre il lettore, aprirgli una porta, farlo entrare e coinvolgerlo con astuzia in una realtà inesistente. Oro per l'autore alle prime armi.

In uno degli incontri dedicati al racconto, due maestri del genere - Nathan Englander ed Etgar Keret - hanno svelato le motivazioni che spingono a scegliere di utilizzare questa formula narrativa, i vantaggi e gli svantaggi. Englander ritiene che, nonostante molti romanzi lo abbiamo emozionato ed illuminato, siano stati alcuni racconti brevi a cambiargli la vita, mentre Keret sostiene che non ci sia preferenza da parte dell'autore nel tipo di formula da scegliere ma che sia la storia a scegliere la propria dimensione.

Quindi la scrittura giornalistica. Quante volte, ci si rivolge ai mezzi d'informazione per sapere, per nutrire curiosità e lacune, e ci si trova nel dubbio se sarà vero o no ciò che è stampato? Attorno al giornalismo scientifico, che dovrebbe essere veritiero, aderente ai fatti, c'è spesso confusione. Ecco che allora scienza e giornalismo a Mantova sono stati presentati da esponenti d'eccezione: l'astrofisico Giovanni Bignami e il giornalista Marco Cattaneo, direttore della rivista “Le Scienze”. I metodi d'informazione italiani sono stati così messi al muro per la mentalità spesso distorta del concetto di notizia.

Radiografare la realtà, sviscerando dinamiche criminali invisibili in superficie è stato invece l'obiettivo del noir d'inchiesta - che si affianca al giornalismo - di cui Massimo Carlotto è uno dei massimi esponenti in Italia. E proprio Carlotto ha incontrato il pubblico di Festivaletteratura parlando di come anche la crisi economica, nella sua drammaticità, possa rappresentare un'occasione - per chi si occupa di letteratura - per narrare il territorio, spesso protagonista di molti romanzi gialli. Infine i dialoghi - inevitabili - tra gli autori ed il mondo editoriale, sull'ossessione di alcune case editrici di scovare e pubblicare esordienti: oltre a rappresentare un'opportunità, può rivelarsi una trappola per l'autore che spesso trova la propria creatività stritolata dalle regole del mercato. Perché in fin dei conti è sempre e solo questo che fa muovere tutto. Scrittura compresa.

fonte: Paola Malcotti (io) - l'Adige di oggi, mercoledì 12 settembre 2012

martedì 11 settembre 2012

Quattro passi nel buio, oltre l'amore

Vi chiedo di perdere qualche minuto del vostro tempo per leggere le prime pagine del romanzo di un amico, Antonio Turi, "Quattro passi nel buio, oltre l'amore".

Le trovate qui . Attraverso questo stesso link, se volete, potete comperare l'intero romanzo. Pubblicato con Eppelà. Che propone progetti social.

Questo romanzo - per vivere - ha quindi bisogno di voi: se le pagine pubblicate vi piacciono, comperatelo! Ma soprattutto spendete un po' del vostro tempo per diffonderlo fra i vostri amici e per spingerli a diffonderlo a loro volta.
Abbiamo solo 60 giorni di tempo per raggiungere l'obbiettivo. 


E intanto scrivete all'autore - Antonio Turi, giornalista, addetto stampa, copy writer, formatore in tutti questi ambiti e poi autore di teatro (Premio Flaiano), di radiodrammi (Targa Bortolotto al Premio Candoni), dialoghista televisivo, autore di racconti e aforismi - cosa ne pensate. Chiedetegli l'amicizia su Facebook se non siete ancora in contatto con lui. "Quattro passi nel buio, oltre l'amore" è il suo primo romanzo.
Grazie a tutti!

lunedì 10 settembre 2012

Il valore del (mio) lavoro

Una delle cose che mio padre - fin dai tempi delle mie prime esperienze lavorative - è sempre andato ripetendo, è stata che "non ha importanza quale lavoro tu faccia nella vita, perché ogni lavoro - se svolto con onestà, nei confronti sia degli altri ma soprattutto verso te stesso - ha la sua dignità. Che non deve mai essere calpestata"...
 
Perché allora mi trovo sempre più spesso a dovermi scontrare con mentalità chiuse, che non riescono ad andare oltre il proprio orticello, che quasi quotidianamente riducono il mio lavoro in un lavoro di serie B, che lo denigrano, che giudicano il mio impegno, la mia passione (ed il mio tempo) inferiore rispetto al loro?
 
Dov'è la dignità del mio operato? Perché deve esistere un confine tra il valore del mio lavoro e quello del tuo?

Tutto questo fa male, molto male...

by Ragno

sabato 8 settembre 2012

Trenitalia vi augura buon viaggio: cronaca di un (mezzo) incubo

Trenitalia vi augura buon viaggio.
Sì, col cavolo! Buon viaggio, certo, se non teniamo conto dei (dis)servizi.
Un esempio? La mia (dis)avventura. Che sicuramente andrà ad ispessire le fila di coloro che già hanno avuto modo di lamentarsi con la società delle ferrovie statali.

Giorno deciso per il viaggio: oggi, sabato 8 settembre 2012.
Tragitto: Rovereto (TN) - Mantova. E ritorno (possibilmente ad un'ora decente, visto che i figli li ho affidati alla nonna).
Scopo: la sedicesima edizione del Festivaletteratura (notasi il "sedicesima"... evento quindi già collaudato e di grande successo) per piacere e per lavoro.

Il giorno prima, cioè ieri, ho dato un'occhiata agli orari, consultando il sito di Trenitalia. Ed ho scelto di partire con il Regionale veloce nr. 2253 delle 8.25. Se tutto fila liscio l'arrivo a Verona è previsto per le 9.17 e, se non ci sono ritardi, riuscirò a prendere la coincidenza per Mantova  - ossia il Regionale nr. 33507 - delle 9.30. Che arriverà in città alle 10.16.

Trenitalia vi augura buon viaggio.
La prima tratta fila liscia come l'olio. Il treno è in perfetto orario, la puntualità (strano ma vero nel Bel Paese) spacca il minuto. E, sorpresa, faccio la conoscenza di altri viaggiatori diretti al Festivaletteratura. Perfetto: sono appena partita e già in buona compagnia!
Come da programma, arrivo a Verona alle 9.17. Solo meno di un quarto d'ora mi separa dal Regionale per Mantova. Scendo dal treno assieme ai miei compagni di viaggio, lascio il binario e cerco il monitor per vedere a quale altro binario dovrò recarmi.
Sorpresa! Là, proprio là, dove sarebbe dovuto comparire un numero, appare una sillaba misteriosa: "BU".

Trenitalia vi augura buon viaggio.
Aggrotto la fronte e, assieme ai miei compagni di viaggio, mi chiedo che diavolo voglia dire. Qualcuno esclama con neutralità "Bus! Significa che la tratta in treno è stata sostituita con una tratta in pullman".
"Vabbè, adeguiamoci, mi dico". Guardo l'orologio: se il bus parte alle 9.30, ossia allo stesso orario del Regionale nr. 33507, ho pochi minuti a disposizione. Devo sbrigarmi.
In compagnia degli altri viaggiatori (finora una cinquantina) si parte alla ricerca di qualcuno cui chiedere dove possiamo trovare questo bus. Accalappiamo il primo che capita a tiro con indosso la divisa di Trenitalia. E chiediamo a lui. "I pullman partono da fuori la stazione..." ci risponde questo. Ma va??? E io che pensavo viaggiassero su rotaie pure quelli! Non serve dire - ovviamente - che la  cosa inizia a seccare.

Trenitalia vi augura buon viaggio.
Con sgomento, appena fuori la stazione di Verona, accanto al terminal della navetta che effettua la tratta da e per l'aeroporto di Villafranca, noto almeno un centinaio di altri viaggiatori. In attesa. Eh già, è tutta gente che - come me - deve prendere quel benedetto Regionale nr. 33507, che - come me - ha pagato il biglietto e che - come me - non è stata informata di questa soppressione. Perché è di questo che si tratta, così come veniamo a sapere da un secondo personaggio in divisa Trenitalia. Ma ahimè, anche lui è poco informato del problema. E soprattutto ignaro di dove e quando arriverà questo bus.

Trenitalia vi augura buon viaggio.
I minuti passano. Non accade nulla ed i miei compagni di viaggio iniziano a perdere la pazienza. Ogni 15 minuti arrivano e partono le navette per Villafranca, regolari. Di noi, viaggiatori diretti a Mantova quasi esclusivamente per il Festivaletteratura (ma c'è anche chi - per altri motivi - deve scendere ad una delle fermate intermedie, o proseguire verso Modena, o prendere una coincidenza per Cremona) nessuno si cura. Siamo abbandonati a noi stessi.
Guardo l'orologio: sono da poco passate le 10... a quest'ora sarei dovuta essere già in dirittura d'arrivo. E invece mi ritrovo, con altre 150 persone, ancora alla stazione di Verona in attesa di un pullman che non arriva.

Trenitalia vi augura buon viaggio.
Passano altri 10 minuti e... miracolo: arriva un bus. Che sia la volta buona? Può essere. Ma se è la volta buona, lo è solo per una cinquantina di persone. Mentre noi siamo il triplo!
Ne scende un autista che, per evitare l'assalto, pensa bene di chiudere le portiere. E a quanto pare lui ne sa meno di noi. Anzi, a guardare la sua espressione, di noi ne ha già piene le scatole.
Abbandona il pullman ed entra in stazione per chiedere - a chi di dovere - come e cosa fare.
Ancora una volta veniamo lasciati a noi stessi. Ed il nervosismo, ovviamente, inizia a trasformarsi in incazzatura (passatemi il termine) vera e propria. Inizia a volare qualche maledizione che, manco fossimo criminali, non sfugge a cinque (sì, cinque) poliziotti in servizio nei pressi di Porta Nuova. Gli uomini in divisa si fanno avanti, ascoltano le lamentele. Ma non possono far nulla se non dare ragione alle nostre proteste per l'evidente disservizio.

Trenitalia vi augura buon viaggio.
Alle 10.30 fa la sua ricomparsa l'autista del pullman e comunica che - Deo gratias - a breve arriverà un altro mezzo. Nel frattempo il suo può partire (con, ovvio, solo un terzo di noi). A differenza del treno però, che avrebbe dovuto fermarsi in alcune stazioni intermedie, il suo pullman andrà dritto dritto a Mantova via autostrada. Tempo stimato per il viaggio: mezz'ora buona. Solo 52 intrepidi - sgomitando - si fiondano sul bus. Ma che ragione c'è d'accalcarsi quando, stando alle parole dell'autista, a breve dovrebbe arrivare un collega? Sono le 10.45 ed a quest'ora avrei già dovuto essere al Teatro Ariston, pronta a seguire "Comunicare la scienza", un incontro promosso dall'Ordine dei giornalisti e tenuto da Giovanni Bignami e Marco Cattaneo. Ci tenevo davvero tanto... E invece... E invece sono ancora alla stazione di Porta Nuova in attesa di un bus che, per quanto promesso, sembra non arrivare.

Trenitalia vi augura buoon viaggio.
A raccogliere le lamentele di quei viaggiatori rimasti appiedati come me, sempre i cinque poliziotti. Cui si aggiunge - ri-Deo gratias - un addetto-di-non-si-sa-bene-quale-ufficio che, con tanti giri di parole, spiega la faccenda della soppressione. Pare sia diventata ormai una routine, soprattutto su questa tratta regionale, dove le interruzioni del servizio sembrano arrivare incomprensibilmente ed improvvisamente.
E, ovviamente, cascano le braccia quando alla domanda "ma stasera, per il ritorno, troveremo un bus o un treno?" ci viene risposto candidamente: "Non ne ho idea. Io stacco alle 12!"
Perfetto: appiedati, abbandonati e noi stessi ed ignari del nostro prossimo futuro. Ossia se Trenitalia ci farà tornare a casa.

Trenitalia vi augura buon viaggio.
Ore 11: nulla di nuovo sul fronte. Ormai i poliziotti sono diventati nostri amici e anche loro confermano che, nell'ultima settimana, il problema si è già presentato più volte. E pensare che loro non dovrebbero neppure essere qui. Mantenere l'ordine a causa dei continui disservizi dell'azienda ferroviaria italiana non rientra nelle loro competenze. Eh già, perché se tutto funzionasse come dovrebbe funzionare, non ci sarebbero continuamente viaggiatori infuriati da tenere sott'occhio.
Ore 11.15: molti di noi hanno abbandonato l'idea di andare al Festivaletteratura. Siamo rimasti in una quarantina. "Comunicare la scienza" sta iniziando adesso, e invece io sono ancora qua.

Trenitalia vi augura buon viaggio.
Ho deciso: lascio il gruppo ed accetto il passaggio di una viaggiatrice mantovana, che ha chiamato il padre e si è fatta venire a prendere a Porta Nuova. Parto, ma non prima di chiedere il rimborso: 2 euro e 25. Sono on the road (anziché on the Ariston's chair, dove dovrei essere a quest'ora!) e, a ben guardare, se avessi fatto il viaggio in auto, avrei impiegato forse un terzo del tempo.

Vabbè, Festivaletteratura, sto arrivando! (il mio, comunque, non è stato un buon viaggio, cara Trenitalia...)

giovedì 6 settembre 2012

Quando il portinaio fa il libro...

Ricordate il paradigma della portinaia in "L'eleganza del riccio"? «Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi… Siccome, pur essendo sempre educata, raramente sono gentile, non mi amano».

Ebbene, la titolare della portineria del numero 7 di rue de Grenelle, la scorbutica ma letteratissima protagonista del fortunato romanzo di Muriel Barbery, rivelatosi un autentico caso letterario, sembra avere fatto scuola anche nella nostra narrativa. Non sarà un caso, infatti, che al mestiere apparentemente anonimo del portinaio siano ispirati due romanzi di recente pubblicazione
come "ll senso dell’elefante" di Marco Missiroli, e "Le parole perdute" di Amelia Lynd che Nicola Gardini ha pubblicato per la Feltrinelli.

Il romanzo di Missiroli ha per protagonista un ex sacerdote riminese, trasferitosi a Milano e diventato portinaio di un condominio, dove apparentemente svolge il suo mestiere con inappuntabile discrezione. Eppure, ogni giorno, s’introduce nell’abitazione di una famiglia d’inquilini, i Martini, e si mette a frugare nell’intimità altrui. Di qui prende le mosse una storia che scava in un complicato intreccio di rapporti affettivi e segreti custoditi nel passato.

Portinaia, o custode (come preferisce definirsi), è anche l’Elvira del romanzo condominiale scritto da Gardini e ambientato nello stabile d’una fantomatica via Icaro dove l’arrivo dell’anziana ed enigmatica Amelia Lynd, ostracizzata dagli altri inquilini, fa lievitare reazioni imprevedibili. Sarebbe facile, ma ingiusto, liquidare questa singolare concomitanza narrativa con un semplice effetto riccio, un modo per sfruttare la scia d’un titolo di successo. A ben guardare, infatti, la presenza del portinaio, questo guardiano della soglia, umile erede di Cerbero e dell’arcangelo Gabriele, è da sempre tutt’altro che irrilevante nel mondo del romanzo...

fonte Silvia Tomasi - read more @ Panorama.it

lunedì 3 settembre 2012

AAA: recensioni offresi

Cominciamo l'anno (l'anno comincia al ritorno dalle vacanze) mettendoci d'accordo sul significato delle parole. Per esempio, «recensione». Se il mondo sta cambiando sotto i nostri piedi, occorre almeno indovinare dove si apriranno i crepacci.
 
Dal 1933 la Kirkus Review pubblica recensioni. Due volte il mese, spesso di libri non ancora usciti, per bibliotecari, librai e altra gente del mestiere. Oltre alla rassegna critica, la Kirkus offre oggi anche servizi di editing e di marketing editoriale. Per «aiutare i lettori» (che a dire il vero vengono chiamati consumatori) «e i personaggi influenti del settore - editori, agenti, produttori cinematografici, bibliotecari e librai - a scoprire libri dei quali altrimenti non verrebbero mai a conoscenza».
 
Ma come avviene quest'opera benefica? «Richiedi una recensione semplicemente cliccando qui sopra». Alla modica cifra di 425 dollari per il servizio standard, e di 575 per quello espresso. Si garantisce un recensore qualificato che leggerà il libro (manoscritto, o pubblicato in proprio) per intero e scriverà in proposito fra le 250 e le 350 parole, cioè almeno 1500 battute.

È un furto, uno scandalo! Sul New York Times, David Streitfeld pubblica una lunga e dettagliata intervista intitolata The Best Book Reviews Money Can Buy. L'eroe è tale Todd Rutheford che, finché la pacchia è durata, sostiene di aver guadagnato 28mila dollari il mese vendendo recensioni positive pubblicate su Amazon eccetera per 99 dollari l'una, o 499 per il pacchetto di venti, o 999 per cinquanta. Dubbi etici? «Ho soltanto fatto il puro capitalista». E «non erano recensioni editoriali, ma recensioni di marketing». Ah, ecco. Solo che apparivano non come pubblicità a pagamento, ma come libere opinioni di liberi lettori. Secondo uno studio del 2008 dell'università dell'Illinois, il 60% dei pareri sui prodotti venduti su Amazon erano a cinque stelle, e un altro 20% a quattro. E oggi? Quanto entusiasmo viene acquistato, e per quanto? Ecco uno dei tanti annunci AAA recensione offresi: «Per 5 dollari scrivo 5 recensioni su Amazon con 5 identità diverse». Potenza della Rete.

 
fonte: Giovanna Zucconi - Tuttolibri de La Stampa, di sabato 1 settembre 2012
 

In un libro gli autori sgraditi e dimenticati

Chi si ricorda di Ugo Betti, autore de ''La Piera altra''? O del poeta Fausto Maria Martini, annoverato tra i più grandi crepuscolari? O di figure come Dino Segre, in arte Pitigrilli, vero e proprio fenomeno editoriale del primo dopoguerra ma oggi esiliato da repertori e manuali di letteratura?

Il libro di Piero Nicola, intitolato ''Verità per la vita. Autori dimenticati del Novecento'' (Mauro Pagliai Editore, pp. 192, euro 14) porta indietro nel tempo per salvare dall'oblio scrittori, poeti e giornalisti che hanno segnato un'epoca, allestendo "una galleria" di ventiquattro preziosi cammei dedicati ad altrettanti protagonisti della cultura italiana, molti dei quali poco noti o addirittura assenti dalle antologie. Da Ardengo Soffici a Giovanni Mosca, da Bonaventura Tacchi a Bruno Cicognani, da Margherita Sarfatti a Giovanni Papini: l'autore si affida allo stile raffinato e alla profonda conoscenza della nostra letteratura per tracciare i ritratti di grandi scrittori, poeti e giornalisti che sono stati testimoni unici della Storia, penetrando con acume nella loro poetica e sottraendo molte opere degne di nota ad un immeritato oblio.

sabato 1 settembre 2012

Torna a Mantova il Festivaletteratura

Conto alla rovescia per la sedicesima edizione di Festivaletteratura, che si terrà a Mantova da mercoledi 5 a domenica 9 settembre. In un momento d’inquietudine diffusa, a causa della perdurante crisi economica e del sisma che ha colpito nei mesi scorsi Mantova insieme ad altre città della Pianura Padana, gli organizzatori del Festival pensano che la cosa migliore da fare sia realizzare il Festival secondo lo spirito degli esordi, nel lontano 1997.
 
Per l'edizione 2012 Festivaletteratura procederà applicando la formula già felicemente collaudata: chiamerà a Mantova autori e lettori, farà vivere la città come luogo di dialogo e produzione di idee e narrazioni, offrirà per cinque giorni suggestioni e letture da mettere a frutto nei mesi a seguire.
 
Per quanto riguarda il programma, Festivaletteratura sceglie di partire dai fondamentali. In molti degli incontri o delle serie di appuntamenti che compongono il calendario di questa sedicesima edizione ci si addentrerà nelle forme o nei generi della letteratura, secondo modalità di volta in volta diverse ma che puntano a metterne in luce specificità stilistiche, potenzialità creative, apertura alla contaminazione, attraverso il confronto - in presenza o a distanza - tra alcuni dei loro maggiori interpreti o incursioni a volte più ludiche e spettacolari...

Info: Festivaletteratura Mantova 2012